Cultura e generazioni
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Cultura e generazioni
Cari tutti,
vi mando un testo che ho trovato sulla rivista "Il Margine". Mi sembra meritevole di attenzione, e, se volete, di discussione.
fabrizio
vi mando un testo che ho trovato sulla rivista "Il Margine". Mi sembra meritevole di attenzione, e, se volete, di discussione.
fabrizio
fabrizio- Messaggi : 5
Data di iscrizione : 26.04.20
Re: Cultura e generazioni
Grazie per la segnalazione Fabrizio. L’articolo è abbastanza inquietante, anche e soprattutto perché credo non sia andato troppo lontano dal vero (almeno in base a quello che posso notare nel mio piccolo con le ragazze e i ragazzi di 1ª superiore).
Gli adolescenti sono sicuramente tra i più esposti alle conseguenze negative di questo vivere costantemente in un “altrove” rispetto al mondo reale, ma secondo me non sono i soli purtroppo: questi sono effetti che ricadono anche su giovani e adulti (e infatti anche l’articolo parla dell’incapacità dei genitori -ma anche dei fratelli dico io- di fronte a questi fenomeni). L’“educazione” che volenti o nolenti si subisce tramite i social è molto sottile, ma a poco a poco stravolge davvero la persona.
Penso però che una certa nostalgia di qualcosa che ci riempa davvero ci sia sempre, è solo più sopita e più difficile da risvegliare, ma alla fine chiunque sa riconoscere la vera bellezza quando ci si imbatte. La domanda allora che mi viene in mente, e che in fin dei conti pone anche l’autore di questo articolo, è: come farla scoprire questa bellezza? E come fare sì che le persone ci “rimangano dentro”?
Una robina da niente... me ne rendo conto
Gli adolescenti sono sicuramente tra i più esposti alle conseguenze negative di questo vivere costantemente in un “altrove” rispetto al mondo reale, ma secondo me non sono i soli purtroppo: questi sono effetti che ricadono anche su giovani e adulti (e infatti anche l’articolo parla dell’incapacità dei genitori -ma anche dei fratelli dico io- di fronte a questi fenomeni). L’“educazione” che volenti o nolenti si subisce tramite i social è molto sottile, ma a poco a poco stravolge davvero la persona.
Penso però che una certa nostalgia di qualcosa che ci riempa davvero ci sia sempre, è solo più sopita e più difficile da risvegliare, ma alla fine chiunque sa riconoscere la vera bellezza quando ci si imbatte. La domanda allora che mi viene in mente, e che in fin dei conti pone anche l’autore di questo articolo, è: come farla scoprire questa bellezza? E come fare sì che le persone ci “rimangano dentro”?
Una robina da niente... me ne rendo conto
Vigno- Messaggi : 1
Data di iscrizione : 15.04.20
Re: Cultura e generazioni
Concordo, deve esserci comunque qualcosa in fondo alle persone (giovani o meno) che non fa venire meno la loro intrinseca dignità.
L'effetto confondente delle sollecitazioni in cui siamo immersi è davvero travolgente, ma qualche fattore esterno o qualche momento di ripensamento interiore può spingere a farsi qualche domanda di senso. Sarebbe bello che in quel momento le persone potessero trovare una "sponda" a cui approdare, per confrontarsi e crescere...
L'effetto confondente delle sollecitazioni in cui siamo immersi è davvero travolgente, ma qualche fattore esterno o qualche momento di ripensamento interiore può spingere a farsi qualche domanda di senso. Sarebbe bello che in quel momento le persone potessero trovare una "sponda" a cui approdare, per confrontarsi e crescere...
fabrizio- Messaggi : 5
Data di iscrizione : 26.04.20
Re: Cultura e generazioni
Ringrazio Luca P. che mi segnala, a proposito di questo argomento, una riflessione interessante di Alessandro D'Avenia, che testimonia come si possa in realtà fare breccia anche con la bellezza della letteratura e che ci siano ancora molte "anime assetate di senso": https://www.profduepuntozero.it/2019/03/19/letti-da-rifare-52-maestrocrazia/
fabrizio- Messaggi : 5
Data di iscrizione : 26.04.20
Re: Cultura e generazioni
Ho trovato molto interessante l'articolo consigliato da Luca P.
Certamente necessario è il compito del "maestro", io stesso l'ho provato recentemente su pelle, potendo notare la veridicità dell'affermazione "la competenza è fondamentale ma non sufficiente".
Allo stesso tempo la ritengo una condizione non facilmente raggiungibile: in altre parole ritengo un po' utopistico richiedere che tutti i singoli "insegnanti" siano anche dei maestri.
Mi chiedo allora se non sia necessario ripensare ai metodi di insegnamento, secondo modalità "generali" che incentivino un tale approccio "libero" alla conoscenza, fuoriuscendo da quei paletti quantitativi (per necessari) che oggi mi sembrano dominare il panorama dell'insegnamento scolastico.
P.s. non so se un tale incentivo potrebbe derivare dal maggior inserimento di "attività collettive" - quali sono quelle citate nell'articolo - all'interno dei programmi annuali delle diverse materie (cercando anche, ove possibile, un collegamento tra le materie medesime).
Certamente necessario è il compito del "maestro", io stesso l'ho provato recentemente su pelle, potendo notare la veridicità dell'affermazione "la competenza è fondamentale ma non sufficiente".
Allo stesso tempo la ritengo una condizione non facilmente raggiungibile: in altre parole ritengo un po' utopistico richiedere che tutti i singoli "insegnanti" siano anche dei maestri.
Mi chiedo allora se non sia necessario ripensare ai metodi di insegnamento, secondo modalità "generali" che incentivino un tale approccio "libero" alla conoscenza, fuoriuscendo da quei paletti quantitativi (per necessari) che oggi mi sembrano dominare il panorama dell'insegnamento scolastico.
P.s. non so se un tale incentivo potrebbe derivare dal maggior inserimento di "attività collettive" - quali sono quelle citate nell'articolo - all'interno dei programmi annuali delle diverse materie (cercando anche, ove possibile, un collegamento tra le materie medesime).
CarloSalva- Messaggi : 4
Data di iscrizione : 13.04.20
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